Anche su questo controverso tema, la giurisprudenza si adegua, prima dei legislatori, ai mutamenti sociali. Già da diversi anni si è formata la tendenza tra i Giudici della Cassazione a riconoscere la tutela dei diritti della nuova forma di unione tra individui generata dal costume sociale. Ad esempio sostenendo l'analogia fra la famiglia unita in matrimonio e quella in via di fatto è giustificando dunque la irripetibilità delle prestazioni scambiate fra i conviventi. Cioè nessun obbligo sancito tra questi ma se uno dei due da all'altro o fa qualcosa per l'altro, non può più pretenderla indietro. Diciamo che però era ben poca cosa, lontana da una equiparazione tra le coppie. Nuovissimo è invece, oltre che degno di significato sostanziale, l'orientamento che la famiglia di fatto rappresenta uno di quei sopravvenuti motivi utili a togliere il mantenimento alla precedente. Quindi se uno degli ex coniugi si rifà una vita avrà diritto a liberarsi da vincoli economici nei confronti della precedente compagna.
Giusto o sbagliato che lo si ritenga poco importa. Ciò che è interessante è che la Giurisprudenza cerca di tutelare quello che da sempre è stato un valore per l'individuo. L'amore. Il suo bisogno primario. Come si sceglie di consacrare l'unione conta poco ed è molto soggettivo. Da adesso in poi sarà più semplice data l'apertura degli operatori del diritto.
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