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Affidamento o adozione ?

Oggi parlo di adozione e della legge, nelle varie modifiche, che ne disciplina l'iter.
Porterò l'esempio di uno dei casi pratici che ho seguito, che seguo e che, purtroppo, seguirò ancora per molto tempo. Dico purtroppo perché attualmente la procedura è incredibilmente lunga, complessa e per tanti versi irrazionale ma sopratutto perché la questione ha a che fare con bambini e quando per la LORO tutela dei diritti si deve accedere alla giustizia, si percepisce un fallimento del sistema, una falla, qualcosa che non è stato adeguatamente preventivato.

Aggiungo che con la nuova riforma del processo civile e la contestuale soppressione del Tribunale dei Minori, la cosa non migliorerà. Anzi verosimilmente, se non si aggiusta il "tiro" peggiorerà.

La legge ha creato un binario parallelo tra due istituti: l'affidamento e l'adozione. Non sono uno complementare all'altro, procedono invece uno verso una direzione e l'altro verso un'altra ed è molto difficile che si incontrino.
Questo il punto. Che senso ha affidare un minore ad una coppia se poi, dopo anni, lo stesso minore cresciuto potrà essere adottato da un'altra. 
Non ha senso l'affidamento, complica solo il definitivo accoglimento del minore in una famiglia.
Spiegherò il perché.
Ad esempio la coppia di coniugi in questione ha ottenuto l'affidamento di una bambina di due anni e adesso desiderano anche adottarla ufficializzando così un rapporto d'amore già consolidatosi reciprocamente.
La piccola è nata in un contesto difficile da genitori con un mare di problemi davvero seri che hanno giustificato l'intervento degli assistenti sociali e l'allontanamento dalla casa familiare.
Inizialmente la neonata stava dentro la casa famiglia con la madre ma appena compiuti i 9 mesi la madre si è allontanata, abbandonando la figlia che fino a 18 mesi è rimasta in istituto e dopo è stata affidata ai miei clienti i quali, allo stato, non possono adottarla per ragioni di età anagrafica. 
Dunque che senso ha una legge che permette di ricevere in affido un minore a chi già non potrà adottarlo?
È già assurdo in partenza SE poniamo attenzione esclusivamente all'interesse del neonato.
Ma andiamo avanti.
Per la legge, nel caso di abbandono non sorretto da cause di forza maggiore, per i minori si verifica lo "stato di affidabilità".
La piccola ha avuto la fortuna di essere accolta in affidamento da una coppia di coniugi desiderosa di avere dei figli al punto di scegliere di affrontare il durissimo iter complessivo sia dell'affidamento che dell'adozione.
Dico questo perché, come accennavo sopra, l'adozione non è conseguenza immediata dell'affidamento. Ma segue una procedura incredibilmente burocratica ai limiti della soglia di tollerabilità di qualunque essere umano che non sia davvero motivato a diventare genitore.
Può infatti succedere che i minori restino molto tempo nella famiglia affidataria ma poi vengano adottati da altri genitori in possesso di maggiori requisiti formali.
Quindi si creano delle situazioni paradossali nelle quali dei bambini stiano dall'età di due anni e fino a sei/sette anni con gli affidatari e poi vengano adottati da altri coniugi.
Chi ne paga le conseguenze di questa legge assurda?
Di certo i minori che continuano ad essere strappati dai propri affetti incessantemente, dalla nascita.
Nello specifico, la bimba in questione io la conosco da quando era in fasce e l'ho vista nelle sue evoluzioni affettive verso la mamma biologica, verso l'assistente sociale che se ne occupava dopo l'abbandono ed infine verso l'affidataria, adesso, che ha poco più di due anni.
Anzi, mettiamola così. Lei mi ha presentato i suoi nuovi ma "temporanei" genitori. Quindi anche gratis e fino alla fine questa causa la seguirò in ogni fase e grado di giudizio.
Vederla così innamorata di questa Signora e pensare che ancora una volta possa essere allontanata dal suo affetto, mi disturba oltre che da un punto di vista umano e materno anche da quello di un professionista del settore.
Apro una piccola parentesi senza scendere nei dettagli non perché non abbia cosa dire ma perché nello specifico non mi interessa dirlo.
Questo è un periodo in cui si discute di sessualità come criterio per scegliere la famiglia "giusta"oppure quella "sbagliata".
Si discute sui diritti delle formazioni sociali costituite da persone dello stesso sesso.
Si ci spinge ANCHE a dibattere su questioni teoriche e morali sulla loro idoneità o meno ad essere genitori. Si confondono, così, ambiti teorici, etici, giuridici, biologici ed ancora sociologici, psico-pedagogici ed educativi, con una retorica, talmente vuota ed altisonante, da risultare ai limiti della sopportazione intellettuale. 
Le solite false dispute ideologiche inutili  e catalizzatori di attenzione pubblica. 
Qui, nello specifico siamo alla presenza di una legge che da sempre è stata sbagliata, disfunzionale e concausa di disagio infantile e sociale. 
Non va semplicemente emendata. Va sostituita! 
Perché se è vero che i bambini privati della famiglia di origine hanno diritto ad essere amati e, dunque, inseriti in contesti familiari idonei alla propria crescita e formazione, solo questa deve essere la ratio, l'anima di una legge sull'adozione. Non può esserci spazio per nient'altro che non sia strettamente riconducibile a questa ratio.
In molti suscita scandalo il fatto che due uomini o due donne non possano avere un figlio a me invece sembra una cosa abbastanza normale che la legge NON preveda questa possibilità.
Pongo una domanda retorica.
COME si può pretendere qualcosa di diverso da un sistema normativo in cui una coppia etero, sposata e salda economicamente non sempre riesce ad adottare un minore ? 

A me scandalizza il fatto che questa legge sull'adozione consenta a chi può essere affidatario di essere diverso dall'adottante. Che coniugi prima in età per adottare poi non lo siano più perché nel frattempo sono trascorsi 10 anni e quindi sono troppo "vecchi" per adottare. Che non si determini, ancora prima che nascano dei bambini sfortunati, chi li accoglierà. Che un neonato possa stare anche solo 6 mesi in una casa famiglia.

È disdicevole per tutto il sistema legislativo / giuridico che esista un impianto normativo così OBSOLETO in Italia.
La legge sull'adozione attuale ha una ratio illogica e contraria alla tutela dell'infanzia!

Chi vuole adottare sceglie con tutto se stesso di avere un figlio. Non gli capita, lo sceglie e coerentemente rende la propria vita di coppia rigorosamente "a norma" e lotta nelle aule di giustizia per veder consolidato il proprio ruolo genitoriale. Anche se non si vuole sposare si sposa e cerca di raggiungere quella solidità economica e morale richiesta per l'adozione.
Già queste limitazioni-imposizioni normative, dal mio punto di vista, pongono delle differenze sostanziali fra le persone. Mi chiedo, infatti, quale sia la differenza tra una coppia eterosessuale che a prescindere dell'età, del vincolo matrimoniale o no, della situazione economica solida o meno può scegliere di concepire un figlio senza chiedere autorizzazioni a nessuno, mentre un'altra coppia eterosessuale NON può scegliere di adottare e quindi creare un rapporto di filiazione su base volontaria  ? Sopratutto in considerazione dello scopo senz'altro di altissimo livello etico-morale nel secondo caso ? Infatti è risaputo che chi adotta, diversamente da chi ha in affido, non percepisce alcunché a titolo di sussidio statale e, dunque, con altissima probabilità chi vuole adottare ha una finalità spiccatamente mutualistica ed ispirata all'interesse del minore.
Serve solo una procedura snella, veloce e sicura che dia al neonato una famiglia. Sopratutto l'istituto dell'affidamento non può essere scisso dall'adozione. Anzi non ha ragione di esistere questo doppio istituto normativo. Basterebbe che la coppia che vuole diventare genitore, a priori, prima ancora che il minore sfortunato nasca, dimostri che verosimilmente potrà accudire un figlio. Così quando un neonato nasce in un contesto disagiato troverà immediatamente una famiglia già pronta ad accudirlo.
Questa idea di giustizia dovrebbe favorire il legislatore. Non lo fa? Sbaglia. Persegue altri interessi, realizza altre ratio. 
Non hanno senso neppure questi Istituti o case-famiglie così come strutturati! Potrebbe semplicemente crearsi un sistema efficiente affiancato al reparto di neonatologia oppure esterno ma che sia solo un tramite, un intermediario veloce dotato di personale altamente qualificato dato che si ha che fare con bambini anche in fase neonatale.

Nello specifico caso di cui vi parlavo c'è anche la differenza di età a complicare tutto perché nel frattempo nella coppia il più giovane dei due ha 45 anni di differenza con la piccola. 
Solleveró questione costituzionale sulla base dell'irragionevole disparità di trattamento fra coppie che concepiscono naturalmente e che non hanno limiti imposti a priori e coppie che scelgono di adottare un figlio le quali hanno criteri restrittivi da questo punto di vista. E farò leva anche sul fatto che la coppia AVEVA l'età e che la situazione ostativa deriva principalmente dalla burocrazia del sistema che allunga i tempi oltremodo.
Anche se la legge è un obrobrio sono certa che fra i giudici di diverso grado qualcuno che la pensa come me lo troverò.
 

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