Passa ai contenuti principali

Quanto incide il reddito dei conviventi sulla domanda di gratuito patrocinio ?

Rispondo alla domanda riferendomi subito alla sentenza che sembra modificare lo status quo in materia.

La Suprema Corte (sezione penale) in una recentissima sentenza (n. 45511/2016) definisce sotto una luce nuova i presupposti per l'ammissione al gratuito patrocinio.

In particolare chiarisce uno degli aspetti più controversi in merito all'ammissibilità.

Vi spiego quale.

La condizione per accedere al gratuito è un limite di reddito annuo (adesso € 11.528,41).

Secondo la prassi interpretativa i redditi di tutti i conviventi fanno cumulo per cui può accadere che, sebbene l'interessato abbia le condizioni di reddito giuste - quindi non superi il limite di reddito - gli altri membri dello stato di famiglia non abbiano le stesse condizioni reddituali, superando la soglia minima.

In questo caso non sussiste la condizione per accedere al gratuito patrocinio.

Almeno fin'ora, perche la recente sentenza sembra offrire una ulteriore possibilità.

Stando a quanto sopra dunque queste le linee interpretative:

  • nella dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, l'istante puó dichiararsi "senza fissa dimora" ed indicare un domicilio di un soggetto presso il quale risiede saltuariamente.

    In questo caso conviene dichiarare di ricevere da qualche congiunto un contributo mensile per il sostentamento minimo @

  • secondo il disposto e la ratio del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, art. 76, non è sufficiente la formale ed anagrafica situazione di convivenza o di mera coabitazione, se essa non corrisponde a quella effettiva (anche se sopravvenuta nelle more del procedimento) per includere, automaticamente, i redditi dei soggetti coabitanti o conviventi nel complesso reddituale del soggetto istante;

  • la valutazione del reddito deve essere effettuata valutando concretamente le situazioni di convivenza da cui derivano stabili legami di mutua assistenza.

    Anzi sul punto la cassazione richiama il principio, già affermato, secondo cui 

    - la nozione di convivenza, rilevante ai fini dell'individuazione dei soggetti il cui reddito deve essere computato con quello dell'interessato all'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, implica il rapporto di stretta coabitazione. 

     Non si ha, pertanto, convivenza nella situazione di fatto da cui possono derivare incrementi patrimoniali per occasionali ed episodici contributi di persone legate all'interessato da un particolare rapporto affettivo, ma non inserite nella sua organizzazione economica familiare.

    In conclusione, nel valutare il reddito familiare complessivo, occorre fare riferimento non tanto alla famiglia anagrafica, quanto al nucleo familiare di fatto, ovvero a quei legami di stabile convivenza da cui deriva una situazione di reciproca e non episodica assistenza

    Quindi sono ricorribili tutte le ordinanze nelle quali i giudici di merito non procedono ad accurata verifica delle effettive circostanze di fatto, ma fanno riferimento solo al dato puramente formale, fornito dell'Agenzia delle Entrate.

Stando al nuovo orientamento il provvedimento di revoca del gratuito patrocinio, una volta impugnato verrà restituito al giudice per un nuovo esame.


Commenti

Post popolari in questo blog

Il lavoratore in malattia può andare in palestra?

Il titolo del post non è provocatorio. Tutt'altro. Rappresenta un recente principio sancito dai giudici della Cassazione e che suona così: il licenziamento è illegittimo se la causa dello stesso risiede nell'allontanamento da casa del lavoratore "malato" per esigenze diverse da motivi di lavoro. Ciò perché le incombenze extra lavorative, tra i quali anche il moderato esercizio fisico, non precludono o ritardano la guarigione e dunque il rientro a lavoro. La sentenza è interessante perché sembra stia cedendo quel rigido principio in materia di lavoro che ricollega la malattia alla necessità di restare immobilizzati a casa per paura di eventuali controlli e, dunque, sanzioni sul posto di lavoro. La maggiore flessibilità dei Giudici nello specifico riflette la convinzione che il lavoratore, sopratutto se malato, possa anzi accelerare il proprio processo di guarigione attraverso una qualche forma di attività fisica anche all'esterno. Chiaro è che tutto andrà comunque

Divorzio e separazione ? Simple and Fast

Il  divorzio breve  è stato introdotto in Italia dalla  legge n. 55  del 6 maggio 2015, pubblicata l’11 maggio nella Gazzetta Ufficiale n. 107. Si può divorziare senza avvocato?  Il divorzio breve con figli minorenni è possibile?  Queste le domande che mi si pongono spesso. Questa legge ha modificato molto la normativa in materia e fra le modifiche che fanno più clamore c'è la possibilità che i coniugi possano divorziare in soli sei mesi. Premetto subito. Anche dopo l’approvazione della legge di cui sopra (sul divorzio breve),  non tutti i coniugi potranno interrompere il loro matrimonio dopo soli 6 mes i. Ciò è possibile solamente nei casi di separazione consensuale. In questo caso i coniugi potranno approfittare del divorzio breve.  Ma le modifiche sono molte e molti sono stati i cambiamenti apportati in merito alla separazione consensuale, alla separazione giudiziaria e allo scioglimento della comunione. Vediamoli insieme. Divorzio breve:

Affido condiviso e collocazione prevalente dei figli

Faccio sempre un poco di fatica quando devo spiegare ai miei clienti cosa sia il collocamento prevalente di un figlio presso uno solo dei genitori. Sopratutto quando difendo un uomo-papà. Mi chiede subito, il papà-cliente? " ma che vuol dire.   Io sapevo che ormai i figli vengono affidati ad entrambi i genitori i quali partecipano al cinquanta percento alla crescita, educazione ed anche mantenimento dei figli. Che vuol dire che mio figlio potrebbe essere collocato prevalentemente presso la madre ?"  Anzitutto chiariamo prima: >>> cosa significa "collocamento" prevalente di un figlio presso uno solo dei genitori? Significa che l'affidamento del figlio sarà condiviso fra i genitori ma lo stesso risiederà stabilmente presso uno di essi, il prescelto.  Quindi il genitore collocatario avrà l'affidamento del figlio in percentuale maggiore rispetto all'altro. Quest'ultimo potrà vedere il figlio, ad esempio, un paio di giorni a settimana