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Occhio ai social in tempi di crisi

Quanto invadente risulta la realtà dei social e di Facebook in particolare ?

Quanto impatta sulla privacy e sui diritti in generale delle persone, il fenomeno delle condivisioni sul web e quanti danni può fare da un punto di vista legale ?

In entrambi i casi la risposta è:

Tanto e lo sarà o farà sempre di più. In ogni aspetto e sopratutto nella sfera dei diritti personali degli individui coinvolti.

In questo articolo mi soffermerò a parlare della rilevanza che l'uso di Facebook ha nell'ambito del rapporto di coppia.
In particolare nella fase del rapporto di crisi di coppia già in corso.  

{La premessa è d'obbligo perché, come noto, in molti casi l'uso che si fa dei social e del web in genere può essere anche causa di crisi di coppia, ma questo per ora è un tema che appositamente non toccheró per evitare di confonderVi le idee}

Sempre più spesso vengo invitata dai miei clienti a guardare i social dei partner o coniugi per "farmi un'idea".

Mi si dice "guardi avvocato. Secondo lei è normale che scriva questo ? Guardi, guardi che foto ha postato ? Vede come commenta? Cosa penseranno i nostri amici ? Che figura faccio ?"
 E ancora, più grave: "vede qui. Ancora non siamo separati e già posta foto con Tizio o Caia.."

Queste non sono più barzellette ma fatti seri da prendere in considerazione.

Tante persone utilizzano i social come diari personali, quasi inconsapevoli del fatto che è come aprire la finestra e urlare i propri fatti oppure scriverli in un gazzettino o, ancora peggio, confidarli non ad una ma a ben 10, 20, 100 amiche/amici pettegole/i che diffonderanno tutto in men che non si dica.
[ In Sicilia si chiama "Cuttigghiu" tradotto "Cortile"].

Tutto è peggiorato se non si impostano su FB i parametri di privacy.

Tutti vedono tutto. Il che potrebbe non essere un problema in generale sopratutto per coloro ai quali non importa il giudizio della gente, amano esibirsi o semplicemente vogliono condividere e comunicarsi al Web.
Purtroppo in alcuni contesti e circostanze (come quello della crisi matrimoniale in atto) è consigliabile esimersi da questo tipo di condivisione della propria sfera personale sul web.

Fantastico l'uso che si può fare dei social sotto molti punti di vista (professionale, creativo, comunicativo) ma decisamente sconsigliato l'uso inconsapevole dei social come "diario personale" in caso di crisi di coppia.

Infatti se quella crisi matrimoniale sfocia in una separazione giudiziale ed uno dei due ha fatto uso anomalo della propria privacy, l'altro ha il gioco facile. 
Ad esempio potrebbe richiedere l'addebito della separazione facilmente e senza dover ricorrere ad investigatori, testimoni e prove documentate.

La tendenza attuale tra i Giudici italiani è, per citare un esempio, quella di condannare a risarcire il marito ovvero la donna che cambia lo status di Facebook prima della separazione

Lo ha stabilito di recente un giudice che ha obbligato la coniuge a pagare all'altro un risarcimento danni di 5.000 euro per essersi dichiarata “separata” sul noto social network prima che venisse formalizzata la separazione.
Per intenderci. Questi già erano separati "di fatto" cioè non vivevano più insieme quindi la coniuge ha pensato di poter aggiornare il proprio stato da "sposata" a "libera", prima che il Giudice li autorizzasse a vivere separati, decretandone anche la separazione.

Un comportamento che, secondo il Giudice, ha “gravemente offeso la dignità e la reputazione” dell’uomo, ledendo la sua sfera psico-fisica e provocando una notevole sofferenza morale e psicologica.

Nello specifico poi  la moglie, oltre ad usare internet per mentire sul suo stato civile, aveva pubblicamente confessato di avere un amante in diversi post, confermati da foto, commenti di amici e svariati like.

Ma questa è stata solo una ulteriore aggravante. 

La realtà contigente è che chi si trova sulla via della separazione deve usare consapevolmente Facebook oppure non utilizzarlo affatto. Perché ciò che condivide sui social network può avere molta rilevanza nel procedimento di separazione, sopratutto se è giudiziale. 

Un altro esempio concreto che può aiutarVi a comprendere meglio. 

Ad una signora è stata addebitata la separazione, le è stato tolto l'affidamento della figlia e non ha avuto mantenimento alcuno, perché aveva postato (sempre su FB) due fotografie che la ritraevano in discoteca insieme alla figlia con atteggiamento e abbigliamento inadeguati. 
Il Giudice motiva dicendo che l'abbigliamento non era adatto e consono né per la figlia nè tanto meno per la madre “per la figlia sedicenne perché troppo giovane, per la madre ultraquarantenne per il motivo opposto”.
Il Giudice ha dato ragione all’ex marito nel ritenere il comportamento trasgressivo e pubblicizzato su internet dalla donna, poco consono alla sua età e quantomeno discutibile. 
Il tutto era poi aggravato dal fatto che la coniuge era solita aggiornare il suo stato di FB con frasi allusive e di cattivo gusto, che la rappresentavano piuttosto che “una moglie vessata e sofferente“, come “una donna libera e molto disinibita“.

Le domande, lo so, sorgono spontanee. Ad esempio: 

1) ci sono più sentenze pro uomo perché le donne sono ingenue e inconsapevoli nell'uso dei social mentre gli uomini sono più accorti ? 
2) Le sentenze risentono ancora di quella parte di coscienza sociale "maschilista" e che vuole la donna-moglie entro certi canoni di un "decoro post-matrimoniale"?

La risposta è sì per entrambe le cose e anche no. 
Perché questi stessi precedenti (sentenze) ed argomenti potrebbero usarsi anche "contro" il marito che fa le stesse cose e la sentenza sarebbe condannatoria anche per lui. 

Devo aggiungere per correttezza che gli uomini difficilmente incappano in questi strafalcioni ma non sempre perché sono più consapevoli nell'uso dei social, solo perché per natura non amano "condividere" quanto invece amano farlo le donne. 

Quindi è più difficile che si tirino la "zappa sul piede" come hanno fatto le signore degli esempi sopra.

Come lasciarVi in conclusione se non con un consiglio che, diciamo, potrei anche evitare di esplicitare perché credo che trasudi da ogni parola di questo post, ma che voglio darVi ugualmente e che si esprime con questa semplice massima:

OCCHIO AI SOCIAL IN TEMPO DI CRISI!

Perché 

1) non sono diari segreti;

2) resta traccia a vita di tutti quello che ci buttate dentro;

3) se proprio non potete farne a meno e volete condividere i vostri fatti personali in tempo di crisi matrimoniale, quantomeno usate e fateVi spiegare come impostare tutti gli accorgimenti per la privacy;

4) sempre se proprio non potete fare a meno di quanto al punto 3 potete anche "bloccare" gli "amici" più pettegoli.



Se vuoi approfondire commenta e Ti sarà risposto.




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