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"Avvocato, ma io l'ho letto su internet"

Sempre più spesso clienti in corso di separazione, terrorizzati (soprattutto perché hanno figli piccoli), mi chiedono quanto il "rapporto intimo" sia importante nel rapporto di coppia, quanto possa pesare in una separazione sulla "bilancia delle responsabilità".

Diciamo che non me lo chiedono così, ma mi formulano altri tipi di domande tra le quali ti riporto queste, giusto per farti comprendere meglio la casistica per la quale scrivo oggi.


1) quanto mi costa il fatto che da tempo non intrattenevo più rapporti sessuali con il mio coniuge?


2) quanto può giustificare il mio tradimento il fatto che l'altro non volesse più rapporti con me?


In tutta onestà non credevo che qualcuno mi potesse fare questo tipo di domanda, semplicemente perché molto  "tecnica" e particolarmente "specifica". 


Quindi ho chiesto l'origine, il perché di queste domande. Come mai era sorto questo dubbio. Al che la risposta, che mi ha lasciato ancora più confusa.


"L'ho letto su internet"


Più specificatamente.


"L'ho letto su internet che la colpa della fine di un matrimonio è stata data al coniuge che non voleva più avere rapporti intimi. Anzi ho letto che ha fatto bene il coniuge che ha cercato avventura fuori visto che dentro non ne aveva"


Oppure


"L'ho letto su internet che la colpa della separazione è di quello che costringe l'altro ad avere rapporti pure se non vuole"


E qui si deve fare chiarezza. 

Queste non sono questioni così semplici da risolvere con un articolo su "internet" e neppure potete pensare che sia "così semplice" incolpare l'altro per la fine di un matrimonio.

Quando leggete dosate sempre le informazioni, andate a fondo per comprendere il contesto dei fatti della storia coniugale e, COSA FONDAMENTALE non sentitevi MAI autorizzati a scegliere oppure decidere di fare un passo oppure un gesto "fuori misura" senza prima cercare riscontro professionale.


Cosa voglio dire?


Bello informarsi, giusto conoscere e anche muoversi in autonomia. TUTTO dipende da quanto sia alta la posta in gioco.

Quindi se non hai figli, non dico proprio "fa come ti pare" ma puoi senz'altro sentirti più libero di fare anche "colpi di testa".

Se non hai figli e non hai grossi interessi economici, ergo, potresti non avere nulla da perdere, non dico "fa come ti pare" oppure "massì dai..segui il tuo cuore e fregatene"

Mai fregarsene dell'ALTRO è cosa giusta. Anzi a lungo andare ha dei costi più che dei benefici e questo te lo assicuro perché ne ho viste parecchie di separazioni, di tutti i generi e tipi. Senz'altro, però, anche in questo caso, puoi sentirti più "leggero" nel decidere e scegliere.


MA il punto di partenza è sempre uno.


Quanto hai da perdere?


E se hai "da perdere" più di quanto già di per se porta a "perdere" la fine di un matrimonio STATTI ACCORTO!


Diffida sempre dei professionisti bellicosi e apprezza di più la serenità ed il distacco emotivo, usa le informazioni che trovi sul WEB, social, siti, blog e articoli vari per affinare il tuo "sesto senso" e comprendere, quindi, che tipo di professionista hai di fronte. 


Però per cortesia NON fare di testa tua, ma, ripeto, cerca una conferma, un riscontro da un serio professionista.


Ma non sei stanco? 

Io molto di veder marciare su situazioni delicate come la "crisi familiare", di veder gestire male tutti i necessari cambiamenti nella dinamica dei rapporti con i bimbi nati da quella stessa coppia un tempo affine e che adesso è "scoppia". 


Non sei stanco di queste strumentalizzazioni? 


Io molto. Sono nauseata e quindi:


A) ho scelto di schierarmi dalla parte del "bene" che, scusate se è poco, per me è la tutela dei figli di queste coppie.

B) faccio chiarezza come posso e fornisco informazioni quanto più utili possibili a chi si sta separando per trovarmi di fronte persone più consapevoli e per sentirmi a posto con la coscienza, SOPRATUTTO.


Attenzione non "faccio fare pace" sono comunque un avvocato. 

Non sono una mediatrice familiare. Caso mai, se ne vedo la necessità, chiedo l'intervento dell'associazione di mediazione della quale mi fido per la stimata è comprovata professionalità.


Semplicemente sono un avvocato e tutelo i miei clienti che si stanno separando tenendo sempre a mente che "quell'altro" che non conosco (e forse, non ascolterò mai) ESISTE e, verosimilmente, avrà un minimo di motivazioni. 

MA cosa più importante che TENGO A MENTE è che il mio cliente con "l'altro" ha figli da tutelare. Stop. 

Un minimo di attenzione e contestualizzazione nella gestione della crisi familiare. Questo è ciò che differenzia la mia attività nelle separazioni tra coniugi e tra partner in genere.


Riprendendo le fila del discorso dicevamo.


Il fatto che sul WEB si trova di tutto non significa che TUTTO debba essere preso per oro colato. La condivisione è utilissima ma non TUTTO è utile per TUTTI.


Fatta questa premessa ti dico io cosa è rilevante nei casi tipo delle domande sopra, cioè COME e QUANDO, in una separazione tra coniugi, entra in gioco l'initimità coniugale ed anche quale PESO abbia.


Anzi tutto in quegli articoli che trovi sul WEB e che sembrano darti certezze, quasi sempre leggi di casi risolti in cassazione. Insomma di sentenze rese dai giudici della Cassazione, da un collegio di giudicanti.


Cosa è giusto tu sappia in premessa?


Quindi 


- il fatto, la separazione, di cui trattasi nell'articolo "chiarificatore" è di circa 15 anni prima. Abbastanza datato per cui poco incisivo in un contesto di crisi familiare contemporaneo.


- la cassazione è un terzo grado di giudizio, significa che già hanno deciso quella stessa storia, un giudice (nel primo grado) ed un COLLEGIO di giudici (nel secondo grado). Verosimilmente le sentenze non combaciano fra loro. Sono diverse in termini di decisione finale. Ciò deve farti comprendere quanto non esiste CERTEZZA neppure fra i giudicanti, per il SEMPLICE motivo che il diritto si INTERPRETA in parte liberamente ed in parte sulla base di quanto sono bravi gli avvocati a 1) scrivere e argomentare; 2) provare ciò che si scrive; 3) a fare strategia preventiva al processo "creando" argomenti da provare.


- Ai giudici non importa granché, tranne in casi eclatanti, chi abbia preso la decisione definitiva di troncare il matrimonio. Partono dal presupposto che è "finita la comunione materiale e spirituale" fra i coniugi. 

Quindi ↩️

- la storia è sempre una. I coniugi si separano perché non hanno più nessuna "comunione materiale e sprirituale". Che vuol dire? Non hanno più quella intesa e comprensione, affinità elettiva, progettualità comune, capacità di comunicazione, condivisione. Non importa che uno la subisca o la imponga la separazione. Almeno ai giudici poco importa in linea generale.


Chiarita la premessa, quando può assumere rilevanza in separazione fra coniugi un tradimento oppure un atteggiamento "impositivo" da parte di un coniuge a scapito dell'altro per finalità "intime"?


>>>>>> Quando sia dimostrato che il tradimento oppure l'imposizione (per stare agli esempi) siano stati la CAUSA della fine della "comunione materiale e spirituale" fra i coniugi.


Capiamo che è riduttivo anche solo pensare che UN solo atto (o anche più di uno) possa minare questa importantissima è fondamentale "comunione di spirito è materia" fra gli sposi??


Il fatto che una storia di separazione si sia risolta con una sentenza in cui si dice che "non può esserci addebito perché il tradimento non è stato causa della fine del matrimonio" non vuol dire in astratto e generale che il tradimento non è MAI causa di addebito. Significa solo che bisogna valutare [e provare] caso per caso quanto quel tradimento sia stato CAUSA della crisi matrimoniale.


E se in una sentenza si dice che "il coniuge non può costringere l'altro ad avere rapporti intimi" non vuol dire che l'imposizione "una tantum" sia causa di addebito SEMPRE e COMUNQUE. Anche qui è necessario valutare, argomentare e PROVARE.

 

Concludendo non è mai semplice risalire alle origini della crisi matrimoniale o di coppia in genere.

 Perché quasi mai dipende da unico atto o da un comportamento di uno dei due. Nella maggioranza dei casi sono atteggiamenti reciproci, prolungati nel tempo, che minano la solidità della relazione, pregiudicando la voglia di andare avanti insieme. Anche quando (perché esistono questi casi) la "colpa" é solo di uno dei due compagni, la prova dell'addebito è MOLTO complessa, talmente tanto difficile da risultare impossibile una generalizzazione oppure delle certezze dettate da una sola sentenza oppure un precedente.


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